Monthly Archives: febbraio 2016

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Le differenze tra impianti audio 2.1, 5.1, 7.1, Dolby e DTS

Ciò che rende l’esperienza audio avvincente, al di là del livello qualitativo del materiale riprodotto, è sicuramente la capacità di coinvolgere l’ascoltatore con sorgenti sonore posizionate bene, in grado di stimolare l’ascolto e, soprattutto in ambito cinematografico, ricreando anche le normali caratteristiche direzionali del suono.

La capacità tecnologica di migliorare la percezione nello spazio dei fenomeni sonori, a partire dall’introduzione della stereofonia, ha conosciuto un importante progresso, con lo sviluppo di sistemi sempre più complessi e potenti, che prevedono l’utilizzo di più altoparlanti, secondo gli schemi che vedremo qui di seguito.

La prima evoluzione dei sistemi sonori, è rappresentata dal sistema 2.1: alla classica copia di altoparlanti, va ad aggiungersi il subwoofer, un diffusore dedicato essenzialmente alla riproduzione delle basse frequenze, che rende più entusiasmante l’ascolto di musica in cui i bassi hanno una parte preponderante.

Il sistema audio 5.1 rappresenta invece un passo avanti più deciso: ai due altoparlanti frontali ed al subwoofer, si aggiungono un altoparlante frontale centrale e due posteriori, con i quali vengono riprodotti attraverso tutti questi canali aggiuntivi quegli effetti che nel panorama sonoro provengono da direzioni specifiche.

Con lo standard 7.1, si aggiungono altri due altoparlanti posteriori, il cui posizionamento avviene in prossimità del punto in cui si trova l’ascoltatore: in questa maniera, si offre un’esperienza sonora ancor più avvolgente, che rende lo spettro sonoro ancor più tridimensionale rispetto a quanto raggiunto con il sistema precedente.

I maggiori attori su questo mercato sono Dolby e DTS, entrambi impegnati nello sviluppo di sistemi per la codifica dell’audio multicanale di tipo lossy: il primo è preponderante nel cinema e nell’home cinema, mentre che, entrambi sono presenti nell’ambito dei supporti multimediali come DVD, Laserdisc, HD DVD, Blu-Ray.

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Che cosa sono i media player

Nel corso degli ultimi anni, l’innovazione tecnologica ha portato con sé un gran numero di rivoluzioni, con il lancio di nuovi standard ed apparecchi, che hanno moltiplicato in maniera esponenziale le possibilità di godere della multimedialità in tantissimi ambiti, rendendo fruibili fotografie, video e musica ad alti livelli qualitativi.

La vera e propria innovazione in questo ambito è sicuramente arrivata con l’introduzione dei cosiddetti multimedia player, considerando come questo tipo di prodotto possa essere tanto di tipo software (all’interno dei PC ed altri dispositivi) quanto di natura hardware (gli apparecchi da collegare a televisioni,…).

Un multimedia player di tipo fisico, è generalmente dotato di diverse interfacce attraverso le quali si possono inserire diversi modelli di memoria digitale: supporti come schede MicroSD, USB, DVD e CD sono gli standard per quanto riguarda la raccolta e la conservazione dei dati di immagini, video e musica da riprodurre.

Per permettere ovviamente l’esperienza multimediale, questi apparecchi devono essere dotati di tutta una serie di speciali CODEC attraverso i quali gestire in maniera corretta il flusso di informazioni audio e video che ricevono, per poi decodificarli correttamente ed inviarli alle differenti uscite audio e video per la riproduzione.

La disponibilità di un gran numero di porte ed interfacce, collocate generalmente sul lato posteriore degli apparecchi, rende questi multimedia player dei veri e propri centri per interconnettere televisori, amplificatori, altoparlanti e registratori, creando così piattaforme perfette per qualunque fruizione multimediale.

La nuova frontiera dell’esperienza offerta dai multimedia player è rappresentata dai cosiddetti Ultra Mobile PC e anche dai Media Internet Tablet, giacché offrono l’accesso a grandi centri di materiale multimediale, come gli store online, che ampliano le possibilità di usufruire di contenuti per l’intrattenimento.